In tutto il mondo ormai ci si sta indirizzando verso una produzione sempre più ecologica e “pulita”. E probabilmente proprio in Giappone, che da sempre ha dimostrato un certo interesse per il cosiddetto “Go Green”, questa tendenza trova la sua massima espressione.
Ogni azienda si sa infatti mobilitando verso produzioni ad impatto zero, reduced packaging a quanto altro sia possibile rendere riciclabile. Questo ha assunto una importanza tale da diventare motivo di AD e un nuovo interessante strumento per rendere ancora più accattivanti le confezioni, un valore aggiunto insomma cui il consumatore sceglie di non prescindere.
E allora perchè non parlare delle strategie che proprio i produttori stanno adottando? Chissà che magari non si prenda spunto…
Queste confezioni sfruttano un nuovo materiale, l'”INGEO BIOPOLYMER”,una plastica ottenuta dalle piante, in grado di ridurre considerevolmente le emissioni di gas nocivi e inseribile nelle trame dei calzini, cellulari, bicchieri e contenitori in plastica.
Tuttavia le ultime novità vanno verso lo sfruttamento del mais per la produzione di plastiche. Ma le coltivazioni del mais a tale scopo potrebbero togliere spazio a quelle ai fini alimentari e così, ancora una volta, la situazione si ripresenta complessa.
Un’altro esempio dello shift verso l’eco-friendly packaging è stato il recente passaggio dai contenitori in plastica a quelli in carta. Molto resistente, non temete. Questo è un primo piccolo passo verso la sostituzione definitiva del polistirolo nel mondo dei piatti pronti. E non solo, visto che anche molta frutta e verdura viene imballata proprio con questo materiale.
Tuttavia il marchio non è nuovo a eco-sperimentazioni ed infatti aveva già creato una noodle cup in grado di essere riutilizzata, venduta con due pacchi sigilliati di prodotto e una confezione lavabile, era persino possibile personalizzarla!
Come poi non citare l’onnipresente “eco-bag”, ultima scoperta per le aziende di tutto il mondo in fatto di brand-promotion. Alcuni negozi propongono prezzi ribassati o regalano merchandising per chi ne utilizza una. Muji dal 2006 propone il concept riportandolo ad un “self-promotion” grazie all’ecobag personalizzabile, anche con stampini per i meno creativi.
Poi ci sono anche le versioni prodotte riutilizzando le vecchie bandiere esposte fuori dai negozi, create dal gruppo artistico Pheromone. (disponibili anche abiti, costumi…coperte!)
Infine, un nuovo materiale sconvolge anche il mondo delle bibite in lattina: una nuova tecnologia sviluppata in collaborazione con la NASA permette, attraverso l’ausilio di una struttura a diamante, un uso veramente ridotto di alluminio senza far perdere resistenza della lattina.
Le tecnologie qui presentate sono straordinarie proprio perchè in grado di unire design e eco-funzionalità, poichè sarebbe sciocco asserire chei due non si appartengono. Ma è importante ricordare che nessuna di queste soluzioni avrà mai il successo auspicato se i consumatori in primis non ne incentiveranno la produzione favorendoli o integrandoli nella loro vita quotidiana.