I cinque atleti che si sfidano in un centro commerciale di Osaka, in Giappone, sono sicuramente già entrati nel guinnes dei primati. Sono infatti impegnati in un’estenuante maratona che metterà a dura prova non i loro muscoli bensì batterie e circuiti.
TELECOMANDO VIETATO. Si tratta di un gruppo di corridori robot alti una quarantina di centimetri che, alla fine, avranno percorso i 42,195 chilometri standard della corsa sulla lunga distanza, ribattezzata in questo caso ‘Robo Mara Full’ e riservata a macchine bipedi in grado di muoversi autonomamente, senza la guida tramite telecomando. I piccoli androidi sono chiamati a una vera e propria prova di resistenza tecnologica, durante la quale è vietato ogni tipo di supporto esterno, anche in caso di caduta.
Ad aver organizzato l’evento, la società leader del settore, la giapponese Vstone che ha messo a disposizione dei concorrenti le sue ultime “creature”. I robot sono stati programmati non solo per camminare a lungo ma anche per rialzarsi una volta finiti a terra. Le piccole braccia snodate permettono, infatti, di fare leva facendo loro riconquistare la posizione eretta.
CORSA ININTERROTTA. Le rispettive scuderie, rappresentate dai maggiori centri di ricerca del Paese, possono intervenire solo cambiando batterie, confidando poi unicamente nella “fibra” tecnica degli androidi per completare la gara, che non prevede alcuna sosta.
La maratona è stata trasmessa in diretta via web su UStream UStream e si è svolta su un circuito al coperto della lunghezza di 100 metri, da percorrere ben 422 volte.
ROBOVIE-PC, GRANDE FAVORITO. E come in ogni gara che si rispetti, c’è anche il favorito: Robovie-Pc, che ha sfruttato la tecnologia Intel. Sulla sua testa è stata montata una specie di cameracar, che permette di seguire, sempre dal sito di , i momenti più emozionanti della competizione, dalla prospettiva degli atleti-andro idi.
Se tutto andrà secondo le previsioni, i robot sopravvissuti al tour de force taglieranno il traguardo domenica 27 febbraio, passando il testimone ai colleghi in carne e ossa che si cimenteranno nell’edizione 2011 della maratona di Tokyo.
Ma la corsa sulla lunga distanza non è la prima sfida per gli androidi che si sono già sfidati in altre competizioni sportive.
Il Giappone ha già primeggiato nei Mondiali di calcio di ‘categoria’ che l’anno scorso si sono svolti a Singapore. Quasi 500 squadre, provenienti da istituti di ricerca di oltre 40 differenti Paesi, si sono affrontate nella “RoboCup 2010”.
AZIONI TRAVOLGENTI. Il torneo internazionale, la cui prima edizione è stata disputata proprio in Giappone nel 1997, si ripete annualmente. I “RoboCup Soccer” si sfidano su campi di calcio in miniatura, in squadre formate da due a tre giocatori, e sono in grado di compiere azioni spettacolari. Anche se, come nel caso dei colleghi maratoneti, si muovono lentamente, possono calciare il pallone con l’effetto, fare finte e addirittura esultare dopo un gol.
L’ETERNA LOTTA MACCHINA-UOMO. L’obiettivo a lungo termine della competizione è quello di realizzare, entro il 2050, una squadra di robot umanoidi autonomi in grado di sfidare e, possibilmente, battere, la squadra di calcio campione del mondo.
Nella lotta macchina contro uomo, il computer Deep Blue ci ha già umiliato a scacchi, ma pare essere ancora lontano il giorno della sconfitta, forse più cocente, su un campo di calcio o una pista di atletica.
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