Scelto il Kanji dell’anno in Giappone: per il 2021 è 金 (KIN)

Come ogni anno in dicembre la Japan Kanji Proficiency Society ha scelto il Kanji che più rispecchia l’anno che sta per concludersi in base agli avvenimenti che lo hanno caratterizzato. In giapponese 今年の漢字」Kotoshi no kanji, il kanji dell’anno.

I 漢字 (Kanji), letteralmente caratteri cinesi, sono gli ideogrammi che insieme con i sillabici hiragana e katakana completano il complicato sistema di scrittura della lingua giapponese. A differenza dei sistemi sillabici, ogni kanji esprime una parola. Semplificando moltissimo il discorso che meriterebbe un approfondimento: ogni Kanji ha almeno una lettura on (o cinese) ed una kun (giapponese). Da questo deriva che un singolo kanji letto da solo o inserito in una parola composta da più kanji, non abbia la stessa lettura / pronuncia.

Nel 2020 fu scelto 密 (denso, stretto),  2019 令 (Rei,  ordine, armonia) nel 2018 fu scelto 災 (Sai, disastro)   2017 fu scelto 北 (Kita) nord, nel 2016 金 (Kin, oro, denaro) nel 2015 fu scelto 安 (An, tranquillità), nel 2013 輪 (Rin) che vuol dire cerchio, ruota, mentre nel 2014 税 (Zei).

Quest’anno è stato scelto stato scelto 金 (KIN) che si significa ORO, DENARO

Il motivo della scelta di questo kanji è ovviamente legato alle Olimpiadi di Tokyo 2020 di quest’anno in cui con 27 medaglie d’oro il Giappone ha infranto il record precedentemente stabilito alle Olimpiadi di Tokyo del 1964 quando gli ori furono 16. Altra motivazione, anche questa legata allo sport, è la vittoria del 2021 American League MVP da parte di Shohei Otani, il giocatore giapponese di baseball attualmente più famoso nel mondo dei Los Angeles Angels. Ed infine, legato al significato di denaro, per gli ingenti stimoli all’economia da parte del Governo che ha elargito aiuti in contanti alla popolazione.

金 (Kin )ha ricevuto 10422 voti che lo hanno eletto kanji dell’anno. Seconda posizione per Wa (輪) ruota, cerchio sempre legato alle Olimpiadi. Terza posizione per 楽 raku/tanoshii che significa gioia, divertimento.

L’annuncio è stato dato come di consueto a Kyoto dal monaco buddista responsabile del tempio di Kiyomizu-dera, Seihan Mori, che servendosi di un grande pennello ha scritto a mano il Kanji direttamente in un grande pannello di carta tradizionale giapponese alto 1,5 metri e largo 1,3.

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