Secondo quanto riferito dal centro per l’impiego Nishinari di Osaka, un uomo di circa 60 anni aveva accettato un’offerta per un lavoro a tempo come conducente di autocisterna nella prefettura nordorientale di Miyagi, confinante con Fukushima. Una volta arrivato a destinazione, tuttavia, l’uomo è stato mandato a lavorare nell’impianto nucleare in avaria, dove, dotato di tuta protettiva, per circa un mese ha trasportato l’acqua necessaria a raffreddare i reattori n.5 e n.6, portando comunque a termine l’impegno e percependo una paga complessiva di 600.000 yen (5.200 euro), il doppio di quanto pattuito. “Sto lavorando in un posto da cui si vede la centrale nucleare, questo non era previsto dalle condizioni d’impiego”, si è lamentato l’uomo in una telefonata all’agenzia di intermediazione, che ha denunciato l’accaduto alle autorità. La stampa nipponica ha citato anche altri casi di lavoratori a tempo finiti inconsapevolmente nelle vicinanze del sito di Fukushima, con mansioni di autotrasporto e rimozione delle rovine lasciate dallo tsunami.