Difficile nella maggior parte dei casi riuscire a capire gli aspetti profondi di culture diverse dalla nostra, specialmente nel caso di quelle asiatiche così lontane dal nostro modo di pensare. Un aspetto in questo periodo storico ci accomuna: la crisi. Seppur con forme, problematiche e forze non del tutto coincidenti una cosa è certa la crisi ha colpito in questi anni anche il Paese del Sol Levante a cui dobbiamo aggiungere inoltre in alcune aree del Paese, l’orrore ed il dramma culturale ed economico degli anni del dopo Fukushima.
In occidente molte persone perdono continuamente il lavoro e diventa compito dello Stato creare nuove opportunità e fornire i giusti mezzi assistenziali , specialmente a quelle categorie particolarmente sfavorite e disagiate. In Giappone però c’è un grosso problema: la vergogna. Fallire e chiedere aiuto è uno di quei casi in cui la vergogna è tale da essere preferibile la morte. Ed è per questo che anziani e persone colpite da improvvisa povertà, non trovando una soluzione per salvare la faccia si lascino morire di fame senza far sapere la loro condizione. In giapponese questo fenomeno si chiama 孤独死 Kodokushi ed è traducibile con l’espressione “morte solitaria”. Un fenomeno sempre esistito ma che ovviamente negli ultimi anni è aumentato esponenzialmente. In alcuni casi addirittura intere famiglie, ad esempio padre e madre di solito anziani e figlio disoccupato, vengono trovati senza vita nella loro case rimaste senza acqua, luce e gas non potendosi più permettere il pagamento delle bollette. Il Kodokushi negli ultimi anni rappresenta uno dei principali problemi sociali del paese: si calcola che almeno il 5% di tutti i decessi in un anno sia collegato a kodokushi. Il dato agghiacciante di questo fenomeno, anche questo statistico è che le persone morte per kodokushi vengono generalmente ritrovate in case sporche e molto disordinate dagli addetti delle società di trasloco e non da persone a loro vicine, elemento che la dice lunga sulla solitudine di queste persone.
Ricollegandomi a quanto appena detto le cause sono da ricercarsi nella modificazione composizione della famiglia giapponese: la natalità zero del Paese (il calo demografico e l’aumento degli anziani sono un altro gravissimo problema sia sociale che economico-previdenziale) ha fatto si che si passasse da nuclei familiari di 4 persone a nuclei sempre più piccoli che preferiscono vivere isolati in un appartamento. Nel 1980 gli uomini che vivevano da soli erano circa 200.000, mentre nel 2008 1,2 milioni. Sempre nel 1980 le donne che vivevano da sole erano circa 600.000 nel 2008 3 milioni.
Negli ultimi anni fortunatamente sono sorte molte associazioni che si occupano di sensibilizzare le persone sul problema, promuovendo la cultura del chiedere aiuto senza vergogna così da poter fornire alle persone in difficoltà un supporto sia economico che psicologico.