È una vera e propria battaglia navale, quella che si sta combattendo nell’oceano Antartico tra gli animalisti di Sea Shepherd e una baleniera giapponese adibita alla caccia “scientifica”. La nave degli attivisti, comandata dal fondatore del gruppo Paul Watson, ha “abbordato” la baleniera giapponese intimando all’equipaggio di desistere dal braccare le balene, che i giapponesi ufficialmente cacciano per fini scientici fino a un totale di mille esemplari.
Watson, capo degli attivisti, avrebbe dichiarato ai media australiani di essere stato respinto dalla nave giapponese con cannoni d’acqua e lanci di palle d’ottone e piombo, che avrebbero ferito due attivisti sui gommoni. Inoltre, afferma Watson, i giapponesi userebbero un’arma a ultrasuoni «di tipo militare», capace di provocare sordità e vomito.
L’azione di Sea Shepherd ha rallentato molto la caccia delle baleniere giapponesi, che quest’anno hanno pescato “soltanto” 551 cetacei, poco più della metà della quota prevista. Molti gruppi ambientalisti accusano il governo di Tokyo di utilizzare i fini scientifici come copertura per la caccia alle balene, la cui carne è parte di raffinati (e molto costosi) piatti dei ristoranti giapponesi. «Finché le seguiamo non possono uccidere balene, e ogni giorno in più è una vittoria», ha dichiarato il capoattivista Watson.
Non si è fatta attendere la risposta del Giappone. «Se il nostro equipaggio fosse in grado di centrare qualcuno dalla distanza, allora sarebbe il caso di abbandonare la ricerca scientifica e dedicarsi al baseball», ha commentato Shigeki Takaya, funzionario governativo di Tokyo. Takaya ha inoltre accusato gli ambientalisti di aver attaccato per primi la baleniera, e i giapponesi avrebbero usato gli idranti solo dopo alcuni avvertimenti non raccolti.
Tratto da il MESSAGGERO