Oggi voglio portarvi a conoscenza di un fenomeno giapponese, quello dell’hikikomori. Il termine giapponese Hikikomori 引きこもり letteralmente “stare in disparte o isolarsi”, è composto da 2 parole 引く(hiku), tirare e 籠る(komoru) che significa ritirarsi. La parola fu coniata dallo psichiatra giapponese Tamaki Sato a metà degli anni ottanta quando il fenomeno cessò di essere circoscritto e cominciò ad avere una rilevanza sociale nel Paese del Sol Levante. Il termine sta ad indicare una persona che volontariamente si esclude dalla vita sociale, rinchiudendosi in casa o addirittura nella propria stanza tagliando ogni rapporto con il mondo a volte anche con quello virtuale. Alcune stime ritengono che in Giappone ne siano colpite circa 200000 giovani tra ragazze e ragazzi.
Un hikikomori è uno studente liceale o universitario, generalmente di buona famiglia, che ad un certo punto decide di ritirarsi dal mondo. Ma perché si ritira? Vediamo innanzitutto le cause sociali. Come molti di voi sapranno il Giappone ha una società estremamente competitiva in cui il destino di un bambino piccolo, specie di buona famiglia, viene “scelto” già dalla scuola elementare. Se sarai un buon studente delle elementari potrai entrare in una buona scuola media, se sarai bravo anche alla scuola media potrai aspirare ad un buon liceo che ti darà la possibilità di entrare in un’ottima università ed a quel punto avrai un ottimo lavoro per la vita. All’università si entra superando un duro esame di ammissione: ogni anno ci sono decine di suicidi di ragazzi e ragazze che falliscono l’esame di ammissioni in alcune tra le più prestigiose università giapponesi.
Non solo questo è il problema, ce n’è purtroppo anche un altro cioè quello dell’ いじめ (ijime), il bullismo. Chi di noi non è stato vittima di qualche presa in giro a scuola? Alla competitività si aggiunge inoltre un altro aspetto: in Giappone infatti unicità, diversità e stravaganza sono visti in maniera negativa e sono sacrificati sull’altare del conformismo e “del tutti uniti verso la metà”. La conseguenza è che qualsiasi diversità fisica e comportamentale diventa oggetto di pesanti offese. Ogni anno, il primo settembre, giorno in cui ricomincia la scuola, decine di studenti di medie e superiori si suicidano pur di non tornare a scuola per evitare definitivamente le vessazioni dei compagni. Ogni anno il giorno prima le televisioni trasmettono annunci per allertare genitori ed amici.
Altra causa sociale è da ricercare all’interno della famiglia. Il Giappone ha una delle società più maschiliste del mondo. L’uomo lavora, la donna a casa. Le cose stanno cambiando, il Governo ha emanato leggi, organizzato meeting e seminari sul problema ma di fatto ancora non ci sono donne in posti di rilievo all’interno delle grandi aziende. Il “peso” della famiglia è tutto sulle spalle del padre che in molti casi ha uno stipendio alto, lavora molto, ma non partecipa quasi per niente alla vita familiare. Molte donne giapponesi, per fortuna non tutte e non recentemente, spesso dotate di un carattere debole, diventano dei veri e propri “Angeli del Focolare” dedite ai figli ed alla casa ma totalmente depotenziate di qualsivoglia ruolo decisionale attivo all’interno del nucleo familiare .
Qual è la somma? Vieni preso in giro a scuola, la madre asseconda, il padre è assente, lasci la scuola e ti escludi dal mondo. Anche le scuole hanno la loro “colpa” nel fenomeno in quanto alla fine dopo che i ragazzi o le ragazze si sono ritirati non obbligano il ritorno nelle aule. In Giappone poi dichiarare apertamente o accettare un fallimento, una sconfitta o un disonore non è contemplato: una famiglia preferisce quindi alla fine assecondare questo comportamento pur di nascondere alla società un figlio o una figlia con questo problema.
Ma come vive un hikikomori?
Come saprete il Giappone è patria di un’industria dell’intrattenimento famosa in tutto il mondo. Anime, manga, action figures e videogames sono il passatempo di milioni di ragazze e ragazzi giapponesi. Quando ci si isola questo tipo di contenuti diventa l’unica ragione di vita. Un hikikomori ha un ritmo circadiano invertito, dorme di giorno e quando tutti dormono lui è sveglio. Vive all’interno della mura domestiche, non mangia con i genitori, di solito mangia il cibo che gli viene lasciato davanti alla porta come si fa con i carcerati, non si lava, ovviamente non esce di casa ed in molti casi neanche coltiva relazioni virtuali su internet. Una caratteristica fondamentale del fenomeno è appunto il TOTALE ritiro dal mondo, tanto da non essere neppure interessati a parlare on line o ad intrattenere relazioni virtuali (altro fenomeno giapponese).
Fortunatamente negli ultimi anni sono nate molte associazioni che si occupano del supporto e del reinserimento delle persone colpite da questo fenomeno. Il trattamento varia a seconda della gravità: l’approccio è di tipo psicoterapico, educativo per la famiglia, ed molti casi viene somministrato anche un trattamento farmacologico, anche perché molto spesso il fenomeno convive o scatena patologie di tipo psichiatrico come la depressione, il disturbo ossessivo compulsivo, i disturbi della personalità e nei casi più gravi la schizofrenia.
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