Battuto nella corsa ai Giochi del 2016, il Giappone ci riproverà per il 2020 con una candidatura decisamente pesante e suggestiva: il tandem Hiroshima-Nagasaki. I due sindaci delle città martoriate dalle bombe atomiche americane nel 1945 hanno spiegato al mondo che vogliono rilanciare il sogno di un mondo senza più armi nucleari. E nulla più degli ideali olimpici può servire a favorire la rivoluzione pacifista.
CIO: TANDEM VIETATI – Hiroshima e Nagasaki distano tra loro circa 300 chilometri, ma questo per i due esponenti politici nel 21/o secolo non sarebbe certo un problema. Un po’ meno bene la cosa va al Cio, che tende ad assegnare i Giochi a una località che possa farli svolgere nell’arco di un raggio di una cinquantina di chilometri tra un impianto e l’altro, anche se poi ci sono sport, come il calcio sempre e la vela e l’equitazione in occasione di Pechino 2008, che hanno bisogno di altre città per le proprie gare. Nel 1994 Hiroshima ha già ospitato i Giochi Panasiatici, versione regionale delle Olimpiadi, a cui presero parte 7.300 atleti in rappresentanza di 42 nazioni. La candidatura di Hiroshima-Nagasaki è molto significativa, e si può dire che per l’Italia, intenzionata a candidare Venezia o più probabilmente Roma, il cammino comincia subito in salita. Altri possibili candidate ai Giochi del 2020 (ma finora nessuno si è fatto avanti ufficialmente) sono Nuova Delhi, Doha, Parigi, Istanbul e Budapest. La scelta verrà fatta 7 anni prima, ovvero dal Congresso del Cio del 2013.
PETRUCCI: CANDIDATURA FANTASIOSA – «Vedo e leggo di candidature originali che sono fantasiose come quelle di Hiroshima e Nagasaki. La città candidata deve essere una, quindi non è credibile». Lo ha detto il presidente del Coni, Gianni Petrucci. «Il governo ha già dato il suo appoggio. Non dimentichiamo – ha concluso Petrucci, con un pizzico di orgoglio – che con Atene abbiamo perso di un soffio, mentre il potente Obama è stato sconfitto al primo turno da Rio».