Anche oggi vi parlo di manga, con un giro tra le letture più interessanti proposte in Italia questo mese per quanto riguarda il fumetto nipponico. Grandi autori apprezzatissimi come Urasawa o Go Nagai, piccole perle da riscoprire e storie per tutti i generi e gusti. Buona lettura!
In uscita in questi giorni per l’etichetta Planet Manga, Kushami (Etciù!) è un volume unico con cui Panini prosegue la proposta (e riproposta) dell’opera del grande Naoki Urasawa. Parallelamente alla pubblicazione del nuovo manga, Asadora!, (ne ho parlato qualche settimana fa) e alla ristampa nei prossimi mesi di classici come 20th Century Boys e Pluto, arriva ora questa raccolta di storie. Otto brevi fumetti che Urasawa ha realizzato tra il 1995 e il 2018. La fantasia del mangaka viaggia come sempre a briglie sciolte, spaziando nei temi e nelle ambientazioni più disparate, da una storia di gangster a un viaggio musicale a Los Angeles, passando per la missione impossibile affrontata da due topolini. Filo conduttore, l’incredibile abilità dell’autore di giocare con i suoi personaggi e con il lettore, dettando i tempi della storia in modo perfetto.
No, non Ciro Di Marzio di Gomorra, ma l’altro Immortale, il celebre manga di Hiroaki Samura serializzato tra il 1995 e il 2012, e già diventato un anime in 13 episodi nel 2018 e un film (noto con il titolo originale, Mugen no jūnin, con quello internazionale Blade of the Immortal e da noi semplicemente come L’Immortale), diretto da Takashi Miike e arrivato in Italia grazie a Netflix nel 2017. All’epopea del ronin Manji, che ha ucciso centinaia di samurai ed è ricercato dallo shogunato Tokugawa, si aggiunge ora un nuovo capitolo, un sequel intitolato Il libro dell’era Bakumatsu, scritto da Renji Takigawa e disegnato da Ryu Suenobu, con la supervisione/benedizione di Samura. Si apre appunto il periodo Bakumatsu, il crepuscolo dello shogunato, e il Giappone affronta una trasformazione profonda, che ne cambierà per sempre il volto. Ma c’è ancora bisogno, a quanto pare, della spada dell’Immortale…
Parallelamente alla serie principale di Dr. Stone, pubblicata dal 2017 (in Italia, per Star Comics, dal 2018), è partito uno spin-off del manga di Riichirō Inagaki (testi) e Boichi (disegni). Divenuto nel frattempo anche un anime di successo, il mondo di Dr. Stone si arricchisce di una storia parallela in nove capitoli, Dr. Stone Reboot: Byakuya. Scritto e disegnato tutto da Boichi, questo spin-off racconta la vicenda degli astronauti che si trovavano nello spazio quando tutta l’umanità si è pietrificata. Tra loro c’è l’uomo che dà il titolo all’opera, Byakuya, che è il padre di Senku e si ritrova ad essere con i suoi colleghi uno degli ultimi rappresentanti del genere umano. Come rientreranno in Giappone e cosa potranno fare per l’umanità? Alla lettura il compito di darvi le risposte del caso.
What’s Michael? (Howattsu Maikeru?) è un manga del 1984 di Makoto Kobayashi, pubblicato in Italia da Star Comics a partire dai tempi di Kappa Magazine, una ventina di anni fa. Storie di (e per gli amanti dei) gatti, ritratti sia in modo realistico, sia con comportamenti e atteggiamenti umani. Nella seconda metà degli anni Ottanta ne venne tratto anche un anime, arrivato su Italia 1 e Junior TV qualche tempo dopo, come Ciao, io sono Michael, con tanto di sigla di Cristina D’Avena e Pietro Ubaldi. Star Comics ripropone ora il manga di Michael in una “Miao Edition”, per leggere per la prima volta o riscoprire le avventure di un gatto ruffiano che non ha paura di affrontare Godzilla…
Violence Jack è un celebre, brutale manga post-apocalittico a cui Go Nagai, il padre dell’animazione robotica, ha lavorato per quasi vent’anni e per tre case editrici diverse, tra il ’73 e il ’90. Un manga seminale, che ha influenzato tantissimo opere successive come Hokuto no Ken. A quella storia si è aggiunto tra il 2005 e il 2008 un nuovo capitolo, Shin Violence Jack, serializzato sulla rivista Weekly Comic Bunch della Coamix e raccolto nel 2010 in due tankobon. Proposti ora da J-Pop in un unico cofanetto, i due volumi di Shin Violence Jack approfondiscono meglio il legame tra quest’opera e il capolavoro di Nagai, Devilman, che era stato sviscerato (è il caso di dirlo) solo nella parte conclusiva del fumetto originale. Ora Jack è direttamente collegato ad Amon, anziché ad Akira Fudo, e la storia prende un corso leggermente diverso.
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