Impossibile? «E chi l’ha detto». Questa è la storia di “Perci” un barista di Torino che ha deciso di lasciare tutto per raggiungere la sua ragazza in Giappone. E fin qui. Ma è la prova d’amore che non è da tutti: a Kyoto vuole arrivarci in Vespa, macinando qualcosa come ventimila chilometri, attraverso i Balcani, la Turchia, l’Iran, il Pakistan, l’India e il Sud-Est asiatico. Giuseppe Percivati, 23 anni, ci metterà di suo un bel po’ di sana follia, per il resto gli basta immaginare gli occhi a mandorla della bella Saki, di un anno più giovane, la studentessa universitaria che gli ha rubato il cuore. «Lo faccio per seguire tre passioni: la mia ragazza, la Vespa, il viaggiare», chiarisce subito, lapidario, sul sito Internet www.percitour.com che è già, fin d’ora, il suo diario d’avventura.
Inizia tutto, naturalmente, con l’incontro che ti cambia la vita in un istante. Lui, originario di Pinerolo, da un paio d’anni a Torino divide l’alloggio con uno studente giapponese, studia all’Accademia delle Belle Arti e la sera fa il barista alla Rotonda del Valentino. Lei da qualche mese è in città per un Erasmus, studia Lingue. E’ un colpo di fulmine. «Ma lei a luglio tornerà in Giappone, a marzo deve laurearsi – racconta “Perci” – Sono otto mesi che stiamo insieme e ora ditemi come posso stare senza di lei». Un giorno va da Saki e le dice, semplicemente: «Ti raggiungo in Vespa». Lei subito sorride: «Ma figurati». Poi però ammutolisce: ha capito che sta facendo sul serio. Lui, infatti, stava già pensando a tutto. E non è poco. Cartina alla mano: «Parto il 1° agosto, se tutto va bene. Allora, diciamo soltanto che il Natale lo voglio passare con lei, a Kyoto. Perché è la festa degli innamorati». Sì, ma tra Torino e il Sol Levante c’è un oceano di preparativi. La Vespa, intanto. Una vecchia Px del 1978, cilindrata 125.
Non è esattamente un fulmine. Ma almeno la sua figura, la fa: beige, decorata con una moquette verde da giardino. «Il meccanico è il mio primo sponsor. Una volta la settimana mi segue da vicino, il motore non dovrà avere nessun segreto per me: sapete, con il viaggio che mi aspetta…». Già, gli sponsor. Il fido meccanico, appunto, e poi una marca d’abbigliamento che gli fornirà giacca, pantaloni e guanti. Infine una compagnia di spedizioni internazionali, per quando dovrà viaggiare via mare, ad esempio a Singapore. Che altro serve? «I documenti, i visti. Sto faticando per quelli della Cina e del Pakistan – ammette – ma vedrete che in qualche modo farò». Sì, ma cosa ci si porta in un’avventura così? «Il meno possibile», taglia corto. E non potrebbe fare altrimenti. Tenda e sacco a pelo i più leggeri possibile, «e tutto il denaro che ho messo da parte: cinquemila euro».
No, il sogno non ha nemmeno una crepa. “Perci” ha ancora poco più di un mese per mettersi in pari con la realtà: «Ma io non cambio idea. Saki tra poche settimane se ne va e io non voglio perderla: andrò a stare in Giappone per un po’, poi vedremo quale sarà il nostro futuro». Incosciente quanto basta («Finora – racconta – il viaggio più lungo che ho fatto in Vespa è stato fino a Cassino: 3300 chilometri»), da settimane incassa anche l’incoraggiamento di amici vecchi e nuovi. Lo chiamano in tanti, lui dà notizie sul suo sito Internet, anche per chi volesse seguire il suo esempio e lanciarsi in un’avventura come questa. Scrive: «Ventimila km in Vespa, 4 mesi di viaggio, una quindicina di Paesi da attraversare e qualche rischio. Ma d’altronde nessuno è mai morto provando a raggiungere la propria ragazza in Giappone guidando una vecchia Vespa 125. O no?».