Il fotografo Manabu Numata, dopo aver passato gli ultimi anni a fotografare gli Host Club più famosi del Giappone racconta al giornalista W. David Marx, ciò che ha imparato su questo mondo sconosciuto ed affaascinante.
Numata ha iniziato a scattare foto fi Host Club su richiesta del suo editore, ma senza troppo interesse. Il suo compito era ritrarre i volti dei ragazzi e mostrarli ai lettori del giornale. Mai avrebbe pensato di finire con una raccolta e successivamente con una mostra loro dedicata. Naturalmente per fotografare bisogna passare molto tempo con questi ragazzi, imparandone usi, rituali e segreti.
Innanzitutto la location, il quartiere a luci rosse delle città. E’ sempre stato ritenuto che le clienti fossero le casalinghe, ma a sorpresa le principali clienti sono giovani attrici porno, hostess etc…
Probabilmente dovuto alla collocazione dei club stessi.
Queste donne sono attirate nei club proprio come deformazione professionale: passando tutta la giornara dedicandosi agli uomini, sentono il bisogno di essere in qualche modo ripagate con la stessa moneta. E naturalmente sono anche molto più ricche delle loro coetanee.
E quanto ai veri protagonisti, i ragazzi?
Hanno un’età media di 26 anni, molti vengono dalla campagna e non hanno nessun training particolare. Immancabile la pettinatura d’ordinanza e lampada fino a scurire la loro pelle altrimenti diafiana. Il tutto per essere il più in accordo possibile con le loro clienti. Ma ne esistono anche versioni più classiche o addirittura vecchio stile. Insomma, ad ognuna il suo.
Sono competitivi, lottano per scalare la piramide e raggiungere il livello di “preferito”. Sono anche molto intelligenti, imprenditori di loro stessi, in grado di guadagnare molto e reinvestire il tutto. Una volta” in pensione” restano dietro le quinte, organizzando e supervisionando.
La vita di un host è molto dura e richiede molto self-control. Bisogna reggere l’alcol, bere molto e non esagerare per trattare sempre bene la propria cliente. I migliori host infatti, non sempre sono belli, ma sono quelli che sanno ascoltare e dedicarsi completamente alle clienti.
Numara sostiene che non si tratta di sfaticati perditempo, ma di ragazzi furbi, accorti ed in grado di sostenere ogni tipo di conversazione.
Tuttavia la critica più fastidiosa, a suo dire, è la supposta mancanza di individualità. E prorio per fugare questo preconcetto il fotografo ha organizzato una mostra che ritrae gli host singolamente, promettendo una nuova prospettiva sul mondo più famoso e taciuto del Giappone a luci rosse.