Lunedì scorso, a Nagasaki ha avuto lugo la cerimonia di beatificazione di 188 martiri giapponesi, in gran parte laici, uccisi per contrasti religosi tra il 1603 e il 1639.
In quel periodo infatti era sovente che intere famiglie venissero condannate a morte per non aver rinnegato il nome di Gesù:donne bruciate vive con ancora in braccio i bambini, torture terribili, uomini, donne, giovani crocifissi e tagliati a pezzi.
La celebrazione, presieduta dal Cardinale Seiichi Peter Shirayanagi, Arcivescovo emerito di Tokyo, alla presenza del Cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi e inviato del Papa per l’occasione.
Ricordiamo che a Nagasaki è la città con la più vasta comunità cattolica dell’Asia.