Il governo giapponese avvierà un dibattito sulla pena di morte. Lo ha affermato il nuovo ministro della Giustizia Keiko Chiba, 61 anni, storica sostenitrice dell’associazione Amnesty International, in un’intervista ai media giapponesi cui ha pure annunciato l’abbandono del gruppo parlamentare per l’abolizione della pena di morte di cui faceva parte da tempo.
“Continuerò a dedicarmi alla questione della pena capitale come componente del governo, mantenendo le distanze dal gruppo parlamentare”, ha detto il ministro, ammettendo di essere al lavoro “sul modo migliore per aprire un dibattito pubblico sul tema in Giappone”. Per quanto riguarda invece la firma del decreto di esecuzione della pena capitale, che spetta al Guardasigilli, “prenderò i provvedimenti necessari con prudenza”. “È una decisione saggia”, hanno commentato i colleghi del ministro, secondo i quali l’appartenenza al gruppo parlamentare entrerebbe in contrasto con il ruolo pubblico di Chiba, rendendola facile bersaglio di critiche.
La battaglia contro la pena capitale che il neo ministro della Giustizia è pronto ad affrontare si potrebbe rivelare alquanto impopolare, in un Paese dove la percentuale di persone favorevoli all’esecuzione è dell’81%.