Al via in Giappone una maxi-operazione per cercare i 16.500 dispersi nel terremoto e nello tsunami dell’11 marzo. In 25.000 tra militari delle Forze di Auto-Difesa, l’Esercito giapponese, e soldati americani hanno avviato una grande battuta che durera’ tre giorni e riguardera’ le prefetture di Iwate, Miyagi e Fukushima, le piu’ colpite.
Vengono impiegati 120 tra aerei ed elicotteri e 65 imbarcazioni, tra cui 20 velivoli e 15 unita’ navali statunitensi. Le ricerche si concentreranno “lungo le coste, nell’alveo dei fiumi e sull’entroterra sommerso” dalla gigantesca onda anomala, fino a una distanza di 18 chilometri dal litorale. Esclusa dalle ricerche soltanto l’area di ‘rispetto’ istituita dalle autorita’ in un raggio di 30 chilometri dalla disastrata centrale nucleare di Fukushima 1, onde evitare che i 18.000 militari locali e i settemila americani siano esposti alla radiazioni emanate dai reattori del complesso. Dovrebbe invece essere regolarmente ispezionata la cittadina di Iitate, di cui inutilmente ha chiesto l’evacuazione l’Aiea, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, giacche’ vi sono stati rilevali livelli di radioattivita’ tali da richiederne lo sgombero: l’esecutivo nipponico ha infatti rifiutato, almeno per ora, di estendere oltre i 20 chilometri dall’impianto l’area di allontanamento forzato della popolazione, e Iitate sorge a una quarantina di chilometri dalla centrale; a tutt’oggi vi si trovano ancora 3.800 abitanti su un totale di seimila. Si calcola che il disastro di tre settimane fa abbia causato la morte accertata di almeno 11.578 persone. In giornata e’ atteso un discorso alla Nazione da parte del primo ministro Naoto Kan.
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