Come in un film. Solo che stavolta è tutto vero. Un fattorino bussa alla porta, la vittima va ad aprire e il pony express, che è in realtà è un assassino, la ammazza a coltellate.
C’è ormai l’ombra del serial killer dietro alle tre aggressioni ravvicinate di martedì scorso nell’area di Tokyo, in cui due persone sono state uccise e una è rimasta gravemente ferita, con tutte le vittime collegate direttamente all’ambiente politico del ministero della Sanità (che si occupa anche di Welfare), ritenuto da numerosi commentatori (e forse anche dall’assassino) colpevole del pesante dissesto del sistema pensionistico giapponese.
LE IPOTESI – Dopo il ritrovamento di numerose orme insanguinate intorno alle abitazioni delle vittime, la polizia nipponica ha trovato un timbro personale – usato in Giappone al posto della firma – nei pressi dell’ingresso della casa dell’ex vice ministro della Sanità Takehiko Yamaguchi, 66 anni, ucciso a coltellate insieme alla moglie Michico, 61 anni. Il ritrovamento del timbro, normalmente utilizzato per firmare le ricevute dei pacchi postali, andrebbe ad avvalorare la testimonianza della terza vittima, Yasuko Yoshihara, 72 anni, moglie di Kenji Yoshihara, 76 anni, ex vice ministro della Sanità, aggredita anche lei con un coltello ma non in pericolo di vita, che ha riferito di essere stata assalita da un uomo presentatosi alla porta come fattorino. Dalla stampa nipponica, intanto, sono filtrati particolari che fanno pensare a un’azione omicida pianificata con il preciso scopo di compiere un massacro: macchie di sangue, oltre che nell’atrio, sarebbero state trovate in altre stanze delle abitazioni, un elemento che suggerisce la volontà del killer di cercare, per assassinarle, altre persone eventualmente presenti in casa.