Dopo aver conquistato la vetta a livello produttivo nel 2007, Toyota è ora il principale Gruppo al mondo anche per volumi di vendita. Per l’ufficializzazione, la Casa nipponica, che aveva fornito i suoi dati in anticipo, ha dovuto attendere 36 ore, quando anche il Gruppo General Motors ha diramato i risultati. Strano, però, il destino di questi due grandi costruttori. Proprio all’inizio dell’anno del centenario (il 2008 appunto), GM era stata costretta ad ammettere la perdita della leadership produttiva (bilancio riferito al 2007). Ora, nel momento in cui annuncia la conquista del tetto del mondo anche per le immatricolazioni, Toyota si appresta ad incassare il primo bilancio operativo in rosso nei suoi 70 anni di storia (anno fiscale in corso).
Ma veniamo ai numeri che hanno portato Toyota al vertice. Nel 2008, il Gruppo di Nagoya ha immatricolato globalmente 8,972 milioni di esemplari (compresi quelli delle affiliate Daihatsu e Hino), pari ad una flessione del 4 % rispetto al 2007 quando, con 9.366.418 unità, perse il duello con GM soltanto per circa 3.000 vetture, un’inezia. Il calo del 4 % registrato nel 2008 equivale però alla prima flessione della Casa nipponica nell’ultimo decennio, non sono bastate le ottime performance nei mercati emergenti per compensare il flop in Paesi chiave quali Europa, USA e Giappone. Nel dettaglio, il Gruppo Toyota ha perduto il 5 % nel Sol Levante a 2,153 milioni di vetture e il 4 % all’estero a 6,819 milioni. Il solo brand Toyota ha segnato un decremento del 5 % per un totale di 7,996 milioni di esemplari.
Per quanto riguarda il Gruppo di Detroit, ha chiuso il 2008 immatricolando 8.355.947 unità tra auto e truck, in calo del 10,8 % sul 2007, ma soprattutto circa 600 mila esemplari in meno della rivale nipponica. Il dominio mondiale di GM durava ininterrottamente dal 1931 quando aveva operato il sorpasso ai danni della Ford. Le cause della crisi attuale sono note, ma GM paga in particolare una strategia sbagliata in questa decade che ha portato il suo Presidente Rick Wagoner a puntare tutto o quasi sui grandi SUV, sui grandi pick-up. Strategia che è chiaramente implosa proprio nel corso del 2008 quando l’impennata dei prezzi dei carburanti ha determinato un autentico tracollo nelle vendite americane di questi modelli. GM ha infatti perduto il 21 % in Nord America a 3,56 milioni di veicoli e a questo calo si è sommato il – 6,5 % incassato in Europa a 2,04 milioni di unità. Non sono bastate le ottime performance nei mercati emergenti di Asia/Pacifico, Africa, Medio Oriente, Sud America e del Bric (Brasile, Russia, India e Cina). Tra l’altro, GM non può certo lanciare proclami di rivincita su Toyota per il 2009 visto che sta salvandosi a stento dalla bancarotta. Meglio puntare su auto ecologiche, pur sapendo che i volumi di vendita non saranno più all’altezza dei tempi d’oro.