Dopo alcuni giorni di ricerca infruttuosa finalmente abbiamo individuato un cinema a Tokyo, impresa non facile, e guarda caso proiettavano Ponyo. Siamo corsi a prendere i biglietti (1200 yen – circa 7 euro) e siamo entrati. Ultimo spettacolo, quello delle 21:00 (il primo era stato alle 9 della mattina). La sala era quasi del tutto piena, con maggioranza di presenze femminili, vista la promozione donna in corso. Incredibilmente non c’erano nemmeno una famiglia con bambini piccoli, ma quasi tutti ragazzi di una certa età e un discreto numero di adulti e anziani.
Dopo soli dieci minuti di pubblicità e trailer vari tra i quali gli unici degni di nota erano quello di 20th Century Boys e Detroit Metal City live action, inizia il film. Un centinaio di minuti di proiezione tranquilla, per cui abbiamo potuto gustarci il film senza tanti problemi di lingua sebbene né io, né i miei amici, che mi accompagnavano, avessimo nessuna conoscenza di giapponese tranne che per alcune parole.
Come in altri film di Hayao Miyazaki anche in Ponyo si nota una forte critica ambientalista. Questa volta il maestro porta sullo schermo la problematica dell’inquinamento marittimo, che causerà non pochi problemi alla nostra Ponyo, ma fortunatamente solo per i primi minuti di proiezione. Per il resto del film verremo accompagnati da tutta una serie di creature marine preistoriche che al giorno d’oggi si possono ammirare solo come fossili nei musei.
Ho trovato quest’ultimo film di Miyazaki molto simile sotto vari aspetti a Totoro. Ponyo è una favola che piacerà ai più piccoli ma che riuscirà a coinvolgere anche gli adulti tramite dei disegni splendidi in stile pastello, ma sopratutto grazie alla sincerità del rapporto tra i protagonisti.
I pochi personaggi presenti nel film sono ben caratterizzati anche nella normalità delle loro azioni quotidiane; a volte però sembrano peccare di ingenuità: Risa, madre di Sosuke, per esempio, in alcuni momenti tiene un comportamento forse un po’ troppo avventato, come quando si ferma a raccogliere Ponyo mentre è in fuga da uno tsunami oppure quando va in aiuto degli anziani della casa di riposo ormai già sommersa dal mare. Ponyo invece è un personaggio fuori dal comune, un vero spirito del mare (come era Totoro lo spirito della foresta) che riesce a comandare le acque a piacimento, senza però rendersi conto dei danni che può causare.
La colonna sonora del film forse risulta un po’ sotto tono. A parte il tema finale che impazza nei negozi di Tokyo e che è veramente carino, molto simile come ritmo e stile a quello iniziale del più volte citato Totoro, le altre musiche le ho trovate poco incisive tanto che già a distanza di pochi giorni non le ricordo più.
In conclusione, tutti noi cinque ci siamo divertiti durante la proiezione e siamo usciti soddisfatti dal cinema; il film è piaciuto anche se per alcuni la trama è risultata un po’ troppo semplice. Io sarò felice di poterlo rivedere in italiano in modo tale da chiarirmi alcune lacune, ma purtroppo non l’ho trovato così innovativo come speravo, ho rivisto in esso troppo di Totoro per poterlo definire un nuovo capolavoro di Miyazaki e dello Studio Ghibli.
Fonte: Animeclick