Entro il 2010 il primo volo con propulsione solare, per il 2015 robot umanoidi a muovere i primi passi sulla Luna, poi per il 2020 l’installazione di una base lunare robotizzata: il Giappone punta alla Luna. Che sembra davvero vicina.
La Space Oriented Higashiosaka Leading Association (SOHLA) di Osaka ha annunciato che entro il 2015 invierà un robot umanoide sulla Luna: dovrebbe chiamarsi Maido-kun e costare circa 10,5 milioni di dollari.
SOHLA è costituita da sei aziende private che si occupano di tecnologia spaziale collegate con le istituzioni governative di ricerca. Nonostante il costo elevato, l’iniziativa – se portata a termine – dovrebbe avere ricadute positive su tutta l’economia locale, in particolare perché consentirebbe la ricerca di risorse naturali sul satellite terrestre. E porterebbe il Sol Levante sulla Luna, a dimostrazione del primato nipponico nella robotica.
Maido-kun potrebbe incontrare nello spazio Ikaros: l’ambizioso progetto con cui la Jaxa (Japan Aerospace Exploration Agency) progetta di spiegare le vele dell’energia solare nello spazio.
L’acronimo “Interplanetary Kite-craft Accelerated by Radiation of the Sun”, che si rifà al poco propizio mito greco, intende infatti far volare (partenza prevista il 18 maggio 2010) la prima navicella spaziale ad usare l’energia solare come principale metodo di propulsione.
La tecnologia delle vele solari, già sperimentata in passato in camere a vuoto dalla NASA, ha permesso ora all’agenzia spaziale giapponese di costruire una vela più sottile di un capello umano, ma in grado di sfruttare la pressione delle particelle della luce solare che collidono contro la vela per dare propulsione e fornire energia elettrica all’astronave. Dovrebbe contribuire a mandare sulla Luna una squadra giapponese di robot destinata a costruire una stazione giapponese stabile.